lunedì 30 novembre 2020

Ruote&Vino: Azienda Agricola L'Olivella (Frascati)


Questa volta non esistevano le migliori condizioni: tempo instabile, nuvole abbondanti e pesanti, cariche di cattive promesse. Appena pochi metri dopo aver fatto il pieno al mezzo, non riuscivo ad abbassare la visiera poiché, ancora una volta, questa si era disinserita dai relativi ingranaggi.
Preso più dall'ira che dallo sconforto, mi sono fermato a contemplare la sfiziosa giornata che mi si prospettava e, dopo essere riuscito miracolosamente a regolare la visiera senza strumenti ma solo con l'uso di cattiveria ed improperi, mi sono detto "Qui, ci vuole una bella deviazione di intenti!". E così è stato.

La mia piccola "riserva" già da giorni cantava solenne solitudine e così mi è parso subito evidente optare per una visita ad una cantina e fare un poco di acquisti. Consultando la mappa che avevo costruito grazie a My Mpas (servizio di Google) ho puntato l'Azienda Agricola L'Olivella.

Me la sono presa comoda: andatura lenta, sorriso ben accentuato e la fiducia incrollabile su quelle nuvole che sarebbero ben presto sparite. Così non è stato, ma il Sole ogni tanto si è affacciato per ricordarci che esisteva ed era lassù, proprio sopra le nuvole. Un poco timido, ma c'era.
uno dei 2 aggressivi e temerari cani, subito pronto a balzare dopo essersi fatto una paciosa dormita

Ho seguito poi le indicazioni del Wine-Shop addentrandomi in un viale di ciottoli (poche decine di metri di off-road) e sono stato subito accolto da 2 ferocissimi cani che, allertati dal possente mezzo (55 cv) e dal centauro dalle spalle larghe (onore alla mia giacca) hanno allarmato tutta la collina.

Superato il biologico ed organico allarme, ho raggiunto il parcheggio e respirato aria buona ed una vista ristoratrice, curativa oserei dire.

splendida vista delle colline

Mi ha accolto Damian, uscendo da una suggestiva lignea location. Mi ha fatto sentire subito a mio agio descrivendomi l'azienda, la filosofia della stessa ed i loro prodotti.
L'Olivella è situata a Frascati, in una zona particolarmente votata alla coltivazione dell'uva.

La storia di questi luoghi, infatti, ha origine con la mitologia quest'ultima chiamata a testimoniare sulla preziosità di un terroir particolarmente generoso ed ideale.
Riporto qui un capoverso catturato dal sito Wine-surf:
"L’origine della vitivinicoltura nei Castelli Romani si perde in epoche lontane fino a confondersi con la mitologia. Le leggende nate sulla vite e sul vino sono, infatti, numerose e hanno sempre come protagonista un Dio che dona la preziosa piantina all’uomo. Saturno, scacciato dall’Olimpo dal padre Giove, si rifugia nel Lazio e più propriamente nei Castelli dove insegna la coltivazione della vite a Giano (di qui il nome Enotrio)."

Ed in effetti, qui diverse aziende e cantine producono ottimi vini, dove la qualità, già da diversi anni, ha soppiantato la quantità restituendo dignità ed apprezzato valore a questa regione, il Lazio, spesso sotto valutata.

Le colline adiacenti giacciono su 2 colate laviche e ciò caratterizza l'anima e le potenzialità dei loro vitigni.
Come mi ha raccontato Damian, l'azienda ha "scommesso" sul biologico già negli anni '80 divenendo, di fatto, una delle aziende precursori in tutta la regione, recuperando vitigni autoctoni ed altri che ben si adattavano su questo territorio, sostituendo il metodo a Tenda (o Tendone) con quella del doppio Guyot (tecnica di allevamento e potatura della vite).
Insomma, una rivoluzione che sposa, appunto, una filosofia di rinnovamento, qualità ed ecosostenibilità.


Siamo poi passati alla presentazioni dei loro prodotti e Damian è stato ben generoso nell'offrire calici di Bombino, Cesanese e Frascati tutti degustati nel bel giardino, seduto ad ammirare colline ed il verde della zona.
Tutti vini con il loro carattere, la loro sapidità e mineralità, ben inseriti in un territorio (è il loro!) davvero generoso e mai pago a raccontarci le loro migliori espressioni.
Dal bianco che accompagna leggeri, a quello un poco più strutturato che accompagna portate di pesce ed, in generale, la cucina della zona e quella "romana". Il Cesanese, per sua natura ostico, è stato invece qui educato ad una forma più morbida seppur importante. Insomma, oggi il Cesanese può sfoggiare la sua vocazione sincera e sicuramente di qualità.
Personalmente, ho sempre avuto simpatia per il Bombino: un poco scarico ma gradevole, dal gusto sincero, pulito e riconoscibile.

beh, così è tutta un'altra cosa

il respiro profondo della natura

E' stato un piacere parlare con Damian, mai avaro di informazioni e complicità così da rendere quei minuti una piacevolissima bucolica parentesi rispetto al coagulante mormorio di Roma.

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