lunedì 22 febbraio 2021

Ruote&Vino: Azienda Agricola Migrante

appena arrivati

Domenica ci ha donato una giornata generosa di calore e raggi solari. Ultimamente, la mia città è stata spesso oscurata da voluminose nuvole ed appesantita da abbondanti piogge. Non potevamo, quindi, lasciarci scappare questa occasione: fuggire dalla città verso verdi colline e respirare aria dai sentori di pulito e terra. Insomma, uscire, finché si può.

La destinazione era certa e programmata: una visita alla cantina dell'Azienda Agricola Migrante.

L'azienda, situata a pochi minuti dal comune di Olevano Romano, è facilmente raggiungibile e facilmente accessibile anche per un mezzo a 2 ruote.

La zona, dove sorge l'azienda, è notoriamente votata alla coltivazione della vite ed il nome del vitigno che per abbondanti chilometri riecheggia è il Cesanese. Quest'ultimo è identificato come il vitigno autoctono a bacca nera più rappresentativo dell'intera regione Lazio.

Ora, senza sciorinare nozioni di cui non oso maneggiare nè spacciare, vi dico solo che ci sono 3 zone rinomate alla produzione di questo ruspante vino: Olevano Romano, Affile e Piglio. Il prodotto finale è il risultato dalla conformazione del terreno, dalle tecniche vinicole e dall'idea del produttore. Quindi è chiaro che uno stesso vitigno può avere caratteristiche diverse. Banale, ma pur sempre utile ribadirlo.

assieme a Lorenzo

Primo ancora di imboccare una piccola ciottolosa stradina, incontriamo un uomo intento alla cura della vigna. Altri non era che Lorenzo,  il proprietario, ideatore e curatore della propria azienda. Con un sorriso vero, leggero ed affabile ha prontamente accolto la nostra richiesta: una visita alla sua cantina e degustare i suoi prodotti.

Lorenzo ha risposto generosamente alle mie curiosità ed ha raccontato la storia dell'azienda con dovizia ed accompagnando tali racconti con la piacevole emozione di chi sa cosa vuol dire cambiare registro e "sporcarsi" le mani con e sulla terra.

parte della prima vigna e la cantina

Migrante è una "piccola" azienda di circa 3 ettari di terreno disposto su 3 appezzamenti, ognuno di questi esposto differentemente ma comunque sempre nelle zone adiacenti la proprietà. La missione di Lorenzo è 1, 1 e basta: offrire un prodotto di grande qualità. Tutta la produzione verte sulla purezza. Dunque, il Cesanese espresso con idee diverse ma sempre come da protagonista assoluto.

Lorenzo e parte della sua storia

La qualità, per Lorenzo, è sinonimo di identità personale: ha proposto un cambiamento radicale della sua vita personale e tale cambiamento è stato in funzione dell'accendersi della passione per la vigna e per il vino. Dal 2007 la passione è rimasta non solo immutata, ma più accesa e consapevole. Lorenzo mi confida la sua passione per la conoscenza e di come, anche necessariamente, abbia dovuto apprendere molte e variegate nozioni per poi tradurle in azioni efficaci e risolutive, tutte atte a donare la possibilità al Cesanese di esprimersi al meglio in un territorio ove sorge la sua azienda, un poco snobbato dalla certezza comune ma comunque all'attenzione dei wine-bloggers e da altre testate specializzate.

Ho molto apprezzato la sua disponibilità ed il suo interesse nel comunicare la disposizione dei filari, la tecnica di coltivazione, le nozioni apprese e la sua idea del vino di qualità. Si, perché gustare il vino è cosa buona e giusta ma l'empatia è una risorsa che rende ogni calice più sorprendente e degno di essere meditato.

la cantina

Nella cantina, piccola, pulita e funzionale, Lorenzo mi ha mostrato le botti in acciaio e le tecniche di controllo della temperatura nonchè le altri fasi prima che il vino arrivi in bottiglia.

Lorenzo e i suoi vini

Una volta passati al banco abbiamo dovuto riscaldare ed aspettare qualche minuto prima di procedere alla degustazione dei suoi vini. Prima ancora che l'alcool stuzzicasse l'olfatto ed avvolgesse il palato, Lorenzo mi ha raccontato la storia dietro il nome Migrante ed anche quelle dietro il nome dei suoi prodotti. Suggestive. Non ve le racconto poiché spero che restiate curiosi tanto da chiederlo direttamente a Lorenzo.

Lo dico: li ho assaggiati tutti i vini ed in ognuno ho trovato un perché, una destinazione. Il Cesanese, per un romano, è sempre stata una bestia da domare, un'entità ruvida, rozza ma che suggeriva potenzialità. Nel corso di questo ultimo decennio (a mia esperienza e memoria) sono stati fatti notevoli investimenti nella ricerca della qualità pur mantenendo, doverosamente, l'identità del territorio. Nasce, così, un prodotto versatile, seppur di carattere. Ecco così le versioni più "morbide", quelle decise e quelle di lungo respiro della produzione Migrante. Eccellente il Sigillum, sorprendente l'Olevano, una raccolta tardiva che avvolge ed ammalia.

Ancora sobrio e oramai vicino all'ora in cui gli stomaci brontolano risorse energetiche, abbiamo salutato Lorenzo e precedentemente la moglie, anche lei affabile ed operosa nella sua terra.

Si è conclusa così la prima delle molteplici visite delle cantine, alla scoperta (o riscoperta?) di questo antico vitigno (già citato da Plinio il Vecchio) e che mi vedrà, spero, raggiungere ulteriori zone adiacenti a Olevano Romano, Piglio e naturalmente Affile.

NOTE: tutta la visita è stata fatta rispettando le norme anti-COVID-19. La foto senza mascherine è stata fatta all'aperto ed eravamo, con Lorenzo, ad una distanza ben superiore al metro e 1/2. La foto di Lorenzo, dentro la sua cantina, è stata fatta da me medesimo usando la mascherina ad almeno 3 metri di distanza. La degustazione è avvenuta rispettando le distanze e le normative. Lorenzo mette a disposizione dei suoi visitatori/clienti il gel disinfettante per le mani.

mappa:

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