mercoledì 25 settembre 2019

DCT, mon amour

lì, nascoste, le levette per il cambio manuale
Neanche lo conoscevo il DCT. L'acronimo mi era sconosciuto, tanto meno il suo significato.
Ho dovuto spulciare Wikipedia per capire cosa fosse e riporto qui il capoverso: "Con cambio a doppia frizione, comunemente abbreviato in DCT (dual-clutch transmission), s'intende un particolare tipo di cambio che si posiziona tra i cambi semi-automatici (o manuali automatizzati), ed è caratterizzato dall'utilizzo di due frizioni separate, una per gli ingranaggi pari e l'altra per quelli dispari."
Tutto chiaro?

DCT della Honda
Questo non è un articolo tecnico, dunque non scriverò circa i meccanismi.
Piuttosto, voglio scrivere riguardo la mia esperienza con il DCT dopo 14.000 km. con la mia Honda X-ADV modello anno 2017.

E' importante, per capire a fondo il mio giudizio, che io non sono un motociclista tradizionale. Per tradizionale intendo un guidatore di motocicli con il cambio meccanico, a pedale.
No, io sono nato con il Si, poi il Bravo, poi l'Atala Green (e qui il Buuuuu ci sta tutto), poi ho posseduto un validissimo Peugeot SV 50, un Honda SH 150, un X-MAX 400 ed infine l'Honda X-ADV 750. Dunque sono, e sono etichettato, come scooterista. Non posso quindi scriverne?
Ritengo il contrario (già lo sto facendo) poiché qui non desidero mettere a confronto o in competizione 2 sistemi di cambio marcia, e dunque di guida, sostanzialmente differenti.

Quando nel luglio del 2017 mi recai presso un concessionario Honda per fare un drive-test non avevo guidato nulla del genere. Avevo avuto una esperienza con un'autoveicolo made in USA proprio in Florida, una rossa e mastodontica Buick con un cambio automatico della quale conservo un piacevole ricordo ed una bella esperienza. Facile da guidare e con quel benedetto cruise-control mi ha portato dappertutto, visitando tutta la west-cost.
Poi, nulla più, quindi il motoveicolo della Honda pensavo fosse un'esperienza già provata.
Nulla di più falso: ero condito di pregiudizi perché il sistema di cambio automatico ideato dalla Honda restituiva sensazioni diverse. E vorrei vedere, erano passati solo 25 anni!

Voglio usare un metodo diverso per descrivere la mia esperienza e tale metodo consiste nel riportare alcune frasi attraverso le quali Honda ci comunica, nel linguaggio del marketing, tutti i benefici di questo nuovo sistema di guida. A queste frasi risponderò, appunto, con la mia esperienza.

Iniziamo dalla prima: "DCT consente al guidatore di concentrarsi sull'accelerazione, le curve e le frenate invece che sul cambio marcia. Questo aumenta la sicurezza e il controllo del guidatore. La tecnologia DCT è un nuovo modo, radicalmente diverso, di guidare e controllare la moto.".

Credo non ci siano dubbi a riguardo: è un nuovo modo e radicale di guidare una moto. Ovvio, la guidi come uno scooter! Però, è diverso: uno scooter ha il Variomatic e qui c'è un cambio meccanico con marce, ben 6. La sensazione che restituisce un cambio marcia è una esperienza ben definita.
Ricordo ancora il primo "Clatch" (dovrebbe sembrare il suono di un cambio marcia) dopo aver impostato la modalità di guida D (Drive). Ricordo perfettamente la spinta della nuova marcia e i giri progressivi del motore. Una sensazione mai provata guidando degli scooter. Me sembrava de esse un vero motociclista, aho! Dovevo solo impostare una delle due modalità di guida e cioè D=Drive, S=Sport (selezionali S1, S2 e S3) poi il resto lo faceva tutto mamma Honda. Il test-drive mi conquistò e 2 giorni dopo ebbi tale sella sotto le natiche.

Ancora, dal sito della Honda: "Libertà: guida senza pensare alla leva della frizione e al pedale del cambio, per cambi marcia fluidi e perfetti. Affrontare il traffico dell'ora di punta o le gite in moto con gli amici non è mai stato così facile. Basta mettere in moto e dare gas. Rilassati e goditi il viaggio."

Lo ammetto: alla leva della frizione non ci ho mai pensato. Però posso testimoniare che è una bella sensazione concentrarsi sulla guida senza dover stringere nessuna leva se non quella dei freni. I piedi sono ben piantati e, soprattutto in mezzo al traffico cittadino, questi possono essere sempre pronti per rapide fermate o per ritrovare l'equilibrio senza aver paura che il motore si spenga.
E' ovvio che ne giova la sicurezza: si è concentrati sulla guida e niente più.

Sul cambio di marcia fluido ho ancora dei dubbi. Dalla 1ma alla 2nda lo stacco è forte ed evidente anche se nel complesso il feeling è piuttosto buono, nel senso che il cambio marcia risulta così evidente, a partire dalle caviglie fin su le natiche.
Il cambio marcia automatico mi sembra, per la mia esperienza, perfetto. L'elettronica non sbaglia marcia e considera n variabili, comprese quelle legate al motore (giri, apertura del gas, pendenze ed altre diavolerie).
In più di una situazione, però, il cambio automatico mi ha tradito: se do' repentinamente gas oppure se decelero bruscamente, ho notato che il sistema si confonde o meglio, reagisce come da programma e non inserisce la marcia che vorrei o quella più opportuna. Non credo sia una miopia, piuttosto una variabile non ancora ben studiata a cui Honda spero affronterà e rimedierà con i successivi modelli.

E ancora, sempre dalla Honda "Emozione: la forza motrice di DCT offre una sensazione sportiva che supera le aspettative. Strade tortuose e veloci autostrade diventano ancora più divertenti. Tutta la potenza della tua moto semplicemente dando gas. Affronta l'avventura e l'emozione di una guida sempre piacevole."

Come già scritto, è sicuramente un modo nuovo (e radicale) di guidare una moto e dunque l'emozione c'è. Che sia una "sensazione sportiva", beh, mi pare azzardato. Può darsi che il mio mezzo, dotato di 55 cv (HP), non restituisca questa pura sensazione di sportività. Posso dire però che il motore è pronto, ben congegnato, collaudato, sincero, affidabile e non dilude (come direbbe Joseph Bastianich).
Non capisco poi come l'autostrada dovrebbe diventare più divertente. Tutti sanno quanto sia noiosa una Autostrada e non c'è DCT e cambio meccanico che tenga. Se ascolto gli opinionisti dibattere sull'uscita di un concorrente dal Grande Fratello non è perché sono sdraiato sul divano che diventa interessante. Convenite?
Per quanto riguarda l'avventura, essa è tale perché ci sono variabili non così prevedibili e forse affrontabili. Ecco qual'è il fascino dell'avventura. Certo, il DCT potrebbe renderci più sicuri nell'affrontare quei 174 tornanti che ci portano alla tanto agognata meta. Indiscutibile.

Ed ancora "Controllo: alterna la modalità automatica a quella manuale per affrontare ogni ambiente di guida. Neutralizza gli strappi alla trasmissione dovuti al cambio di marcia. Il cambio di marcia stesso è eseguito in maniera perfetta e continua senza cali di potenza o accelerazione."

Sono d'accordissimo: la migliore esperienza di guida l'ho ottenuta alternando le due modalità di guida, tra automatico e manuale. A dire il vero, e per onestà di cronaca, è da 1 anno che guido solo in modalità manuale. Non avverto strappi né cali di potenza, proprio come recita la canzone della Honda.
Tuttavia, nelle giornate in cui il traffico di Roma ingoia speranze e tonnellate di pazienza, non esito ad inserire la modalità D (drive), semplicemente più funzionale e sicura rispetto a quella manuale.

Sembra tutto bello, nevvero? Beh, per me si. L'esperienza è più che positiva e la guida manuale mi restituisce una bella sensazione che sia io a guidare il veicolo e non una mappa (o almeno così voglio credere).

Ho guidato tale motoveicolo su diversi tipi di strada affrontando buche, contro-buche, sanpietrini, brecciolino, salite infinite, discese tormentate, tornanti sinuosi ed improvvisi e in nessuna di queste situazioni l'innesto della marcia in modalità manuale mi ha abbandonato. Visto la criticità di alcune situazioni non ho voluto sperimentare la modalità automatica e mi riprometto di non sperimentarla. La sicurezza prima di tutto.

Ho letto molto sui vari forum circa i pregi ed i difetti del DCT e di tutti gli imbarazzi e gli imbarazzati che si cimentano in questa nuova modalità di guida.
Alcune osservazioni sono tecniche, ma così tecniche a cui non ho saputo rapportare nulla della mia esperienza.

Posso comunque aggiungere che le piccole levette poste al lato della strumentazione della manopola sinistra, sono facilmente raggiungibili e selezionabili anche con dei guanti invernali, invasivi come quelli della Dainese (Tempest - D-Dry).
Ci si deve fare l'abitudine e poi l'indice ed il pollice della mano sinistra saranno abili quanto le dita dei giovani adolescenti che tasteggiano furiosamente sul display del cellulare.

Detto ciò, non posso far altro che dichiarare il mio amore per questo DCT, se non altro per aver reso la mia esperienza più motociclistica e chissà, magari pilotarmi per una futura esperienza "tradizionale" con il cambio meccanico sperando che almeno mi restituisca lo stesso feeling, ovvero un misto di funzionalità, facilità e sicurezza di guida.

Honda ha scommesso molto su questo sistema di cambio tanto da proporre diversi modelli e cilindrate e, come dichiara la stessa Honda, il 70% dei loro clienti preferiscono i modelli con DCT. Sarà vero?

Intanto, e sarà capitato a molti possessori di una X-ADV, in molti dei motociclisti "veri" mi hanno fermato e chiesto riguardo questo mezzo e le sensazioni di guida che il DCT restituisce.
Non voglio aprire un dibattito, ma molti di loro stavano seriamente pensando di passare a tale sistema di guida senza vergognarsi di tale scelta. Altri, invece, continuano a togliermi il saluto.

Scusate, ma ora vado a lucidare il...cambio della mia Honda.


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