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44 km di giuoia |
Dopo una piacevolissima parentesi passata nella deliziosa città di Gaeta, volevo finire la giornata in bellezza e l'intento era quello di non impegnare sin da subito l'autostrada A1/E35 per tornare a casa. Ho voluto "forzare" tale decisione cercando, con il prezioso aiuto di Google Maps, sia un luogo ameno ove poter macinare passi sia un posto in cui deliziare le papille gustative.
Puntando, sgranando, cercando i punti di interesse e una struttura di ristoro degna di esperienza ho trovato un percorso che mi ha donato esperienze piacevoli davvero.
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SR82: da Avezzano a Itri |
Ho dapprima impegnato la strada Statale 7, fino ad arrivare a Itri. Essendo catalputato direttamente dentro la cittadina ho optato per una sosta, desideroso di scoprire anche questa realtà. Sarà stato il caldo e soprattutto un'afa che non lasciava spazio neppure alla fantasia, ma dopo una breve passeggiata l'appeal è scemato e ho preferito riprendere il mezzo e puntare verso la tappa successiva.
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le piacevoli traiettorie |
Per arrivare al Santuario Madonna della Civita ho impegnato la SR82, una vecchia strada regionale che collega tutta la Valle del Liri, tra il Lazio e l'Abruzzo. La strada, dotata di asfalto decentemente curato, regala emozioni grazie a piacevoli traiettorie le quali, non impegnando particolarmente l'attenzione, mi hanno dato il tempo di percepire suoni, odori e ammirare gli orizzonti a cui andavo incontro.
Arrivare al Santuario è stato piacevolissimo poiché la struttura è situata sulla sommità del Monte Fusco a circa 673 metri. Durante il tragitto avrò incontrato 2 auto, 3 moto e un possente toro (!).
Il santuario è di certo di interesse regionale, e non solo, come meta di pellegrinaggio ma io, che non sono bagnato da alcuna fede religiosa, mi reco in questi luoghi per trovare serenità, arte e terrazze nelle quali poter affondare lo sguardo.
E proprio dalla terrazza del santuario, raggiungibile dopo una breve scalinata, che si accede a un sorprendente panorama. Si possono ammirare alcune vette degli Aurunci e in lontananza il monte Circeo e il monte Orlando, quest'ultimo visitato poche ore prima.
Di nuovo sulla SR82 per raggiungere Campodimele, piccolo comune annoverato tra i "Borghi più belli d'Italia".
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targa |
Le origini sono legate alla città latina di Apiola ma l’attestazione ufficiale del nucleo abitato vero e proprio si ha con l’arrivo dei longobardi, e precisamente nel VI d.C. Il nome si tramutò da Apiola (api) in Campus melis (Campo di Mele), poi unificato del tutto (da Lazio Nascosto).
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l'accesso all'anfiteatro |
Dopo aver parcheggiato a pochi passi dalla zona pedonale, si entra sin da subito nell'atmosfera tipica di queste isole: suoni discreti, cittadini del luogo intenti nella nobile arte del chiacchiericcio, aria fresca (il borgo è situato a più di 600 metri d'altezza) e secondi che inciampano rallentando così il tempo.
Da cittadino di una città caotica (come è Roma), risulta sempre suggestivo camminare quasi in punta dei piedi, quasi a esser trasparenti per non alterare i ritmi accennati di questi luoghi.
Così, mi incastro nelle stradine e nei vicoli incontrando angoli e prospettive.
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l'inizio della breve ma suggestiva passeggiata |
Suggestiva e piacevole è anche la passeggiata che si può effettuare lungo le mura medievali restaurate negli anni 90, e che permette di inoltrarsi ancor di più nelle antiche atmosfere di Campodimele.
Lungo il camminamento, che converge poi al centro del borgo stesso, si incontrano delle tavole ove sono riportate delle meravigliose poesie, alcune di queste celeberrime, tutte coordinate con il nobile sentimento dell'amore. E' una bella iniziativa che amplifica, ancora di più, la stupenda cornice dei monti. Questi, sembrano davvero invitare il "cittadino del mondo" a meditare su quanto appena letto e a estendere con lo sguardo dell'animo, più profondi pensieri.
Deliziosa la sosta al bar, dotato di tavolini all'aperto che affacciano sulla natura circostante. I proprietari, inclini al dialogo, hanno reso la sosta ancora più piacevole.
Di nuovo in viaggio impegnando ancora la SR82, diretti verso lo "Lo Stuzzichino", un ristorante situato presso la Contrada Taverna. Un piccolo incidente digitale ci stava cambiando l'esperienza del viaggio poiché, a un bivio, ho interpretato erroneamente la svolta e ho intrapreso una strada che comunque ci avrebbe portato a destinazione ma risultava, dopo almeno 1 km, più accidentata, stretta e non priva di insidie. Ho messo da parte lo spirito di avventura e ho fatto inversione, optando per le certezze e anche per il tempo di attraversamento decisamente più breve.
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parcheggio assicurato |
L'esperienza gastronomica è stata notevole, oltre le mie aspettative. Delizioso il luogo, curato all'esterno quanto all'interno. Piatti della tradizione dei luoghi senza rinunciare al guizzo della cucina "attuale".
Una piacevolissima sosta che ci ha permesso di riprendere la strada per casa con il sorriso lieve di chi la sa lunga, ovvero quel sorriso che è la certificazione di una giornata che ha regalato soddisfazioni e pienezze.
Recensione de Lo Stuzzichino su Trip Advisor.
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