lunedì 6 ottobre 2025

Lago di Piediluco

google maps

Era già da diverso tempo che avevo il desiderio di visitarlo e finalmente ho concretizzato questo bel giro che ci ha donato delle piacevoli sensazioni di rilassatezza e sincere vibrazioni positive.

Quando le giornate sono ancora generose di luce e il Sole comincia a riposarsi un poco, prevedere una meta che includa una distesa di acqua mi ha sempre solleticato la fantasia.

L'acqua, anche quella di un lago, mi evoca pace, calma, distensione e riflessione.

Il percorso ideato, in realtà, prevedeva solo 2 tappe:

  • Labro
  • Pediluco & giro del lago in battello

Anche questa volta ho preferito impegnare il meno possibile l'autostrada e quindi l'alternativa si è concretizzata usufruendo della SS4 (Salaria).

Curiosità sulla SS4: Il suo percorso segue quello dell'antica consolare romana Via Salaria e si sviluppa in due regioni, Lazio e Marche. Costituisce il principale collegamento di Roma con Rieti, e quello più breve con Ascoli Piceno.

In effetti, dopo aver superato l'inevitabile oppressivo ostacolo del raccordo anulare romano, la Salaria regala contorni di verde rendendo la guida piacevole, seppur sempre attenta.

Prima di arrivare a Labro si avverte quella lieve ascensione dislocata tra curve e profumi che raccolgono le sensazioni già esperite di altezze diverse da quelle della mia città.

Labro, infatti, è posto a 628 metri dal livello del mare e dunque può vantare la definizione di comune montano.

Per chi non lo sapesse, quando si definisce un comune "montano": un comune è considerato montano se almeno l'80% della sua superficie si trova al di sopra dei 600 metri sul livello del mare, oppure se la differenza tra la sua quota altimetrica superiore e quella inferiore è maggiore di 600 metri. Questo criterio si basa sulla Legge Quadro sulla Montagna e viene utilizzato per identificare i territori montani e per l'applicazione di specifiche normative.

Arrivati a Labro ci si accorge immediatamente delle poche e piccole possibilità di parcheggio sia per le auto che per le 2 ruote. Sono fortunato e non ho necessità di optare per la creatività romana per parcheggiare il mezzo.

Incontro subito un lastricato, una bella pavimentazione, che di fatto è un vialetto di accesso al borgo stesso. Curato, manutenuto e illuminato!

il piccolo viale adiacente al parcheggio

E la prima piazza che incontro è decisamente la premessa, fedele, della natura di questo borgo medievale.

il bar che precede l'ingresso nel borgo

Ne approfitto per bagnarmi la gola con un drink analcolico e portarmi avanti con il lavoro documentandomi su Labro.

Labro è un comune italiano di 340 abitanti della provincia di Rieti nel Lazio, nelle immediate vicinanze del confine con l'Umbria.

Sorge su una prominenza delle colline che delimitano il lato settentrionale della Piana di Rieti e che segnano il confine con la provincia di Terni; dalla sua posizione domina il sottostante lago di Piediluco e la valle del suo immissario, il Rio Fuscello o Fosso di Leonessa.

Labro è un borgo dalla tipica struttura medievale. Il tessuto urbano, sistemato a gradoni sulla collina, è composto da edifici costruiti quasi tutti in pietra locale, e conserva delle mura merlate lungo le quali si aprono tre porte: Porta Cavour, Porta Reatina e Porta di Piazzale Genzi. (fonte Wikipedia)

laggiù, in fondo in fondo, il lago di Piediluco

E' davvero un piccolo borgo Labro ma davvero delizioso. In pochi minuti, che comunque dilatano il tempo per quanta piacevolezza restituisce l'esperienza, si riesce a visitarlo e ad apprezzarne ogni singolo angolo e scorcio.



finestra-cartolina

L'aria decisamente salubre e il lento ritmo ti invitano a una esperienza prossima alla stanzialità. Chissà...

da Labro alla trattoria passando per la SR79

Giunta l'ora di pranzo ho ripreso lo strumento motore e mi sono diretto verso la Trattoria Teresa, locata a Piediluco. La SR79 è una strada ricca di curve, ricca di vegetazione e interessanti prospettive.
In alcuni tratti lambisce il lago e potrebbe esserci spazio per belle fotografie. Appuntamento, questo, che ho disatteso perché coscientemente dedito alla piacevole guida e non alla ricerca dello "shoot" prefetto.

Tra un piatto e l'altro, ben servito e ben cucinato, ho dedicato del tempo a reperire informazioni sul lago di Piediluco:

Collocato alle propaggini sud-orientali dell'Umbria, con un ramo che sconfina nel Lazio, il lago di Piediluco, pur con un'ampiezza di 1,85 km², è il più grande bacino lacustre naturale della regione dopo il Trasimeno. Il nome sembra potersi interpretare come "ai piedi del bosco sacro".

Insieme ai laghi Lungo, di Ripasottile e di Ventina situati in provincia di Rieti, rappresenta uno dei resti dell'antico Lacus Velinus, grande bacino di origine alluvionale venutosi a formare a partire dal Quaternario.

Di forma irregolare con un perimetro di circa 13 chilometri, il lago si trova ad un'altitudine di 375 metri, e ha una profondità massima di circa 19 metri.

L'afflusso ed il deflusso delle sue acque sono completamente regolati per il fabbisogno energetico delle industrie della vicina Terni. L'emissario, cioè il fiume Velino, è deviato verso Marmore dove si getta nel fiume Nera formando la cascata delle Marmore.

Finito di mangiare e prendendomi tutto il necessario tempo, ho ripreso il mezzo e ci siamo diretti verso questa piccola frazione di 1.000 e passa abitanti che risponde al nome di...Piediluco.

Nota che si estende a tutti i possessori di auto e moto veicoli: in diverse zone è attiva la ZTL ma la segnalazione delle zone interdette non è sempre ben visibile. In alcuni casi alla segnaletica non è stata data la giusta dimensione e non sono ricorsi neppure a pannelli elettronici/digitali. E' stato solo per pura fortuna che io abbia parcheggiato una decina di metri prima della zona a traffica limitato.

Molti turisti verranno certamente "puniti" per aver impegnato strade a loro non consentite ma non mi sento di asserire che molti di loro abbiano consapevolmente voluto attraversare zone a traffico limitato.

Passeggiare per questa frazione è stato piacevole e mi ha regalato degli angoli inaspettati. Non faccio fatica a immaginare che tale lago, già dopo la metà del 1.600, fosse una tappa obbligata per molti artisti i quali non potevano che apprezzare la bellezza e la soavità dei paesaggi offerti dal luogo.



Tuttavia, a me Piediluco ha restituito una bellezza a corrente alternata: bellezza e incuria si rincorrono e il risultato finale, ai miei occhi, è quello di una frazione che ancora non ha investito su se stessa, che vive sul nome e sulla notorietà acquisita. E' una cartolina un poco sbiadita che richiama molto gli anni '80. Non, non è solo l'amministrazione, che pur deve avere le sue responsabilità, ma tale stato è da imputare equanimemente anche al gusto dei cittadini che a volte agiscono e pensano come isole, estraniandosi dal contesto cittadino/paese.

Rincorso dal tempo, mi sono recato sul luogo dell'appuntamento presso la spiaggia Miralago (situato a via Noceta), da dove partono dei giri in battello della durata di circa 1:30 minuti. Un'esperienza leggera ma ricca di informazioni. Infatti, abbiamo potuto conoscere molto di questo lago e dei suoi abitanti (fauna) e molto della sua storia e quanto le sue acque siano funzionali per molti scopi.



Tra l'altro, la mancanza di correnti e la presenza di venti abbastanza regolari rendono il lago un eccellente campo di gara per regate nazionali e internazionali. Per questo lo specchio d'acqua è pieno di piccole boe che coprono le distanze di gara di 1000, 1500 e 2000 metri. Il lago di Piediluco, proprio per le sue caratteristiche e per la sua centralità nella penisola italica, è stato scelto dalla Federazione Italiana Canottaggio come sede del Centro Nazionale Federale.

dal battello

si rema in questa splendida cornice!

Piediluco e il suo lago (oppure il lago e la sua frazione) necessiterebbero di un'altra visita. Avrei forse dovuto immergermi di più nei suoi vicoli e catturare altri indizi circa le potenzialità di questi luoghi che di certo non mancano.

Ripreso il mezzo ho optato per la SS79 bis e poi per la SS675 prima di sfociare nella A1 e così ritornare, dopo circa 1:30, a casa.

E pure questa...è fatta!

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